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All'epoca della
conquista romana della Britannia (I secolo d.C.), in Scozia erano presenti tre
gruppi etnici: i Pitti (il nome Picti era la traduzione latina del vocabolo
indigeno brith, 'dipinto'); i Celti
Gaeli, accomunati ai precedenti con il nome di Caledoni, e i Britanni.
Nonostante le vittorie di Agricola, i Romani rinunciarono a conquistare la
regione a nord del Solway Firth, dei monti Cheviot e del fiume Tweed, e costruirono
imponenti opere di difesa (valli di Adriano e di Antonino) che isolarono il
territorio scozzese dal resto dell'isola. Nel V secolo, dopo l'abbandono da
parte dei Romani della Britannia e l'arrivo degli Scoti dall'Irlanda settentrionale
e degli Angli dal sud, si formarono cinque regni: quelli pitto-celti di Caledonia
e di Galloway, quello scoto di Dalriada, quello britanno di Strathclyde e
quello anglo dei Lothians. Il regno di Caledonia, guidato da Angus MacFergus
(731-761), conquistò una posizione egemone che mantenne fin verso la fine
dell'VIII secolo, quando venne distrutto dalle incursioni vichinghe. In seguito
lo scoto Kenneth I MacAlpin (832-860), re di Dalriada, riuscì a sottomettere
l'etnia pitto-celta fondando il regno di Alba, primo nucleo dello Stato scozzese.
La diffusione del cristianesimo, introdotto in precedenza dal
monaco irlandese San Colomba (o Colum), contribuì alla coesione del nuovo
regno. |
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