|
Verso la metà del
XIII secolo, dopo una serie di grandi successi militari da parte dei cristiani
iniziati con la battaglia di Las Navas de Tolosa (1212), in cui erano caduti
60.000 musulmani, l'ultimo baluardo
islamico in terra di Spagna era l'emirato di Granada: nato dalla disgregazione del dominio almohade fu
governato dalla dinastia dei Nasridi, il cui fondatore Muhammad ibn al-Ahmar si
era dovuto rassegnare nel 1237 a
riconoscersi vassallo del regno di Castiglia. Per parecchio tempo Granada
rimase sospesa fra reconquista e sopravvivenza. Il persistere dell'emirato fu
dovuto a tre importanti fattori: in primo luogo le rivalità interne al regno di
Castiglia, che degenerarono a volte in guerre civili, come nel caso della lotta
tra i fra¬tellastri Pietro il Crudele ed Enrico di Trastamara; poi l'appoggio
fornito all'emirato dai Banù Marin o Merinidi, dinastia berbera del Maghreb
marocchino, che minacciavano di usarlo come testa di ponte per un'invasione;
infine la conformazione del territorio, ridotto (30.000 kmq) e accidentato e
quindi di non facile penetrazione. Fino alla metà del XIV secolo la preoccupazione
principale dei re di Castiglia, aiutati talvolta dai Catalano-Aragonesi e dai
Portoghesi, sembrò quella di evitare un ritorno in forze dei Marocchini in
Spagna e quindi di controllare lo stretto di Gibilterra: ciò portò
inevitabilmente a un susseguirsi di scontri culminati nella battaglia del Rio
Salado (1340), ultima grande battaglia della reconquista. |
|
Torna ai Cavalieri Medievali |
|
|
|
||
|
||
|
|