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Nel 1047 i cinque
figli di un nobile francese di nome Tancredi d'Altavilla occuparono la città di
Melfi, nella regione italiana corrispondente all'attuale Basilicata. In principio
le autorità bizantine sottovalutarono l'attacco, commettendo un grave errore.
Infatti, solo dodici anni dopo, i figli di Tancredi avevano posto le basi, con
l'aiuto dell'imperatore tedesco Enrico III e del Papato, di un grande
principato normanno, che sarebbe diventato una minaccia fatale per i domini
bizantini nel sud dell'Italia. Durante questo breve periodo, i territori italiani
sotto il dominio del re bizantino si ridussero sempre di più, fino a rimanere limitati
alla punta della Calabria e alla parte costiera della Puglia. Inoltre,
l'inestinguibile sete di terre portò i figli di Tancredi a intraprendere una
lunga serie di incursioni anche verso ' nord, minacciando i territori della
Campania e la stessa Roma. Il governatore greco della Puglia fu convocato con
urgenza a Costantinopoli per fornire i dettagli di questa nuova minaccia che
giungeva da Occidente; questi decise di opporsi all'avanzata affrontando i
Normanni, ma la campagna terminò ancora con una sconfitta. Per meglio
fronteggiare una nuova offensiva, il governatore bizantino intavolò negoziati
con il Papato per creare un fronte comune. Papa Leone IX si mostrò disponibile
ad aiutare i Bizantini, e anche I'imperatore si decise finalmente a inviare un
esercito per aiutare gli alleati. Nell'estate del 1053 un esercito si mise in
marcia verso la Puglia. Prima di dare battaglia, l'esercito pontificio doveva
aspettare di riunirsi ai contingenti bizantini. Cogliendo tutti di sorpresa,
però, i Normanni presero l'iniziativa e presso Civitate (1053) attaccarono
l'esercito pontificio. Le truppe di Leone IX vennero sbaragliate e lo stesso
pontefice fu fatto prigioniero. I Normanni liberarono il Papa solo a condizione
che questi abbandonasse la precedente politica. |
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