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Due anni dopo essere
stato incoronato re d'Inghilterra, Enrico V, volendo far valere i suoi diritti
sulla corona di Francia, vantati a suo tempo da Edoardo III, diede avvio a una
nuova fase della Guerra dei cent'anni arrivando con la sua flotta a Cap de la
Hève, alla foce della Senna. Era il 13 agosto, ed Enrico con il suo esercito di
circa 10.000 uomini, di cui 8.000 arcieri, pose subito l'assedio alla città di
Harfleur. È difficile stabilire i motivi che spinsero Enrico a pianificare una
campagna di tali dimensioni, se cioè fosse il sincero desiderio di reclamare un
diritto che considerava legittimo, oppure la volontà di sviare l'attenzione dei
sudditi dai problemi interni del Paese, dove aveva appena represso l'eresia
lollarda e sventato un pericoloso 'complotto. L'assedio di Harfleur si rivelò
più complicato del previsto: a causa dei combattimenti e della dissenteria,
l'esercito inglese perse molti uomini, ma il 22 settembre la città, non potendo
contare su nessun aiuto esterno, fu costretta a capitolare e a far entrare
dentro le mura il re d'Inghilterra con le sue truppe. L'8 ottobre il sovrano
inglese, che aveva dichiarato di essere arrivato 'nella sua terra, nel suo paese, nel suo regno', decise di muoversi
verso Calais. L'avanguardia del piccolo ma agguerrito esercito era guidata da
sir Gilbert Umfraville e sir john Cornwall, il corpo centrale era sotto il
comando diretto di Enrico, affiancato dal duca di Gloucester e dal conte di
Huntington, e la retroguardia era affidata al duca di York e al conte di
Oxford. Nel frattempo si era radunato l'esercito francese: era composto da
50.000 uomini, tra cui il fior fiore della nobiltà e della cavalleria. |
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