|
Palvesario borgognoneXV
secolo Descrizione Molto impiegati negli
eserciti svizzeri e borgognoni del XIV e XV secolo, i palvesari (o pavesieri)
avevano il compito di creare con i loro grandi scudi (chiamati "pavesi")
delle vere e proprie barriere protettive dietro cui i balestrieri potevano
ripararsi dalle frecce nemiche mentre ricaricavano le loro armi. In seguito essi
furono impiegati per la protezione dei colubrinieri e degli archibugieri, le
cui rudimentali armi da fuoco richiedevano per la ricarica un tempo maggiore
delle balestre, soprattutto quando pioggia e umidità incombevano sul campo di
battaglia. Armi
e simboli Largamente diffuso
nel corso di tutto il Medioevo, il
cappello era un copricapo in ferro o, più frequentemente per palvesari e
fanti, in cuoio. Il
gambeson era un indumento di protezione, fatto di cuoio
oppure di tessuto imbottito di stoppa o di vecchi stracci, che veniva portato
sotto l’usbergo. Chi non poteva permettersi l’usbergo indossava solo il
gambeson. Le
calze coprivano i piedi e le gambe ed erano fissate
alla cintura. Quando faceva caldo, i palvesari le scioglievano e se le
arrotolavano ai polpacci. Il
pavese era uno scudo molto alto dotato nella parte
inferiore di una punta metallica che permetteva al palvesario di conficcarlo
nel terreno. |
|